La pandemia, anche nel mondo della moda e del lusso, ha lasciato ferite ma anche opportunità di cambiamento. Se fin’ora gli obiettivi del sistema moda erano immagine e guadagni che la facevano da padrona, dai processi alle figure coinvolte, ora, complici anche le riflessioni a seguito della situazione di frustrazione ed impasse che stiamo vivendo, si richiede un cambio epocale. La moda ha bisogno di indossare lenti psicologiche a tuttotondo. Dietro l’immagine c’è la persona, dietro i processi ci sono le persone, dietro la realizzazione di un prodotto ci sono le persone.
Ecco arrivato l’inverno! E’ il momento del cambio dell’armadio ma a volte capita di entrare in crisi ed essere sopraffatti da dubbi e domande: “questa maglia la do via o la tengo?”, “Questo cappotto potrebbe servirmi ancora o è fuori moda?”, “Come mi piace questo pantalone! So che dovrei darlo via perché rovinato, ma lo conservo lo stesso: mi ricorda uno dei giorni più importanti della mia vita!”.
A chi non è mai capitato di dire “questo pantalone mi evidenzia i fianchi già larghi”, o “questa maglia è troppo aderente e sottolinea la pancia”, o ancora “mi piacerebbe molto indossare questa gonna ma mi rende ancora più bassa di come sono”.
Insomma ognuno di noi non è perfetto e, anche per chi lo sembra, un piccolo difetto lo abbiamo tutti!
Sembra che si stia facendo sempre più strada la tendenza ad associare il modo di vestirsi e di scegliere gli outfit alla personalità. Ma esattamente cosa vuol dire? Questa associazione è intuitiva e a portata di tutti o implica conoscenza, strumenti e professionisti specifici?